Oltre|passa-menti ~ \/ ~ Che Sia Chi Sei Tu

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3 years ago
[Questa Scena è Tratta Dal Film Lucky Luciano Del 1973 Diretto Da Francesco Rosi. Segue Il Dialogo Tra
[Questa Scena è Tratta Dal Film Lucky Luciano Del 1973 Diretto Da Francesco Rosi. Segue Il Dialogo Tra

[Questa scena è tratta dal film Lucky Luciano del 1973 diretto da Francesco Rosi. Segue il dialogo tra Salvatore Lucania, detto Lucky Luciano boss della mafia italo-americana del secolo scorso, e il capitano:]

Il capitano: Con me puoi parlare. Ho le mie idee su di te. E sono diverse da quelle di Siragusa. Ti conviene.

Lucky Luciano: A te ti conviene. Per fare carriera. A te e a Anslinger. A Siragusa. Ai generali. A un capo della polizia. E alla politica conviene. Per distrarre la gente che non sa nente e non capirà mai niente. Alla politica quando le fa comodo, servono pure i delinquenti e – comu diciti - i mafiusi. Mi dispiace non ti posso servire.

3 years ago
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan

Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan

Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan
Gian Maria Volonté E Florinda Bolkan

Tu puoi essere marchesista anarchico situazionista Mao Lin Biao. Tu puoi leggere il libretto rosso, ma tu puoi fare tutto quello che vuoi! Tu non sei un cavallo! Tu sei un cittadino democratico, e io ti devo rispettare... Ma i botti terroristici, le intimidazioni, le bombe: che minchia c'entrano con la democrazia?! ~ il Dottore

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri, 1970.

2 years ago

È quello che è?

O è quello che dovrebbe essere?


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3 years ago

Se il pensiero fosse materia

Nell’universo mentale ricorre periodica-mente un pensiero, principalmente quando la realtà intorno è silente. Questo vaga a briglie sciolte e richiama all’attenzione.

Un momento dopo, però, si comprende che, forse, sarebbe stato opportuno trascurarlo. Questo inizia a farsi pesante, pressante e finisce per egemonizzare l’intero spazio.

In un successivo momento si realizza che questo non dispone del controllo. La responsabilità dipende esclusiva-mente da chi quell’universo mentale lo possiede. Il soggetto infatti comprende che è lui ad aver deciso di prendere parte al gioco. È lui a controllare, nutrire e disciplinare la torbida macchinazione che si materializza e si snoda attraverso le  parole, le immagini, i suoni e i colori. Si tratta però di un gioco di co-dipendenza: sussiste lui affinché sussista il pensiero.

E nel momento finale, il soggetto appura che si sta semplice-mente servendo di quel pensiero, per affermare le manie da narciso ferito. Quel pensiero gli serve a renderlo umano e a raccontare al vento le sue lagnanze. Sa, nel fondo del suo animo, che la realtà è fin troppo quiete… ma lui necessita di una valida ragione per vivere, finendo per attaccarsi a quei pensieri umanizzanti.


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3 years ago

essere una studentessa di antropologia is like ogni treperdue imparare un nuovo linguaggio di settore. Ieri psicologia, l’altro ieri economia, oggi mi tocca studiare termini di ambito giuridico. Non ci sto capendo un cavolo della differenza tra leggi, decreti leggi, comma. E poi certi rimarcano: “eh vabbé che ci vuole a studiare le materie umanistiche”.

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3 years ago

17:10 || continua il refresh

Nei primi tempi a Bologna, in università soprattutto, ho incontrato persone nordiche (*) che sostenevano: “Ma voi non parlate, urlate”, riferendosi al fatto che i siciliani hanno un tono di voce abbastanza alto. Al ché da buona patriota ho prontamente rigettato quelle tesi, riconducendole a quell’insieme di stereotipi che danno ai nordici (e anche a quelli del sud) per rendere pensabili le rispettive categorie d’appartenenza.

Circa una decina di minuti fa sento dei ragazzi in strada, qui in Sicilia, che comunicano tra loro quasi gridando. Penserete che: “In fondo lo stereotipo tanto stereotipo non è”, no? Eh no, perché anche se sono sicula non sono riuscita a capire se stavano dialogando o litigando. Resterò col dilemma in eterno...

(*) inteso come gente del nord.

3 years ago

Movi-menti

L'emozione è un fenomeno sociale che deriva dall’interpretazione e dalla valutazione di uno stimolo, ossia da un processo di attribuzione di senso e valore. Le emozioni sono quindi considerate come modelli di esperienza acquisiti, costituiti da prescrizioni e apprendimenti sociali, storicamente situati e strutturati sulla base del sistema di credenze, dell’ordine morale, delle norme sociali e del linguaggio, propri di una particolare comunità e variabili come qualsiasi altro fenomeno culturale.

L'antropologia mi ha insegnato ad approcciarmi alle persone con attenzione e cura, per allontanare l'attidudine critico-distruttiva che mi ha "donato" il mio contesto culturale e religioso. Eppure fallisco, cadendo nella trappola delle emozioni.

"Ascolta il corpo". "Mettiti in sintonia con le tue emozioni". "Cosa senti?", sto già figurando la scena. I luminari della psiche e delle emozioni consiglierebbero una sana conversazione con il sé ed il complesso emotivo per far emergere luci e ombre, costitutive della vita. So che hanno ragione, ma qualcosa mi impedisce di prendere seria-mente in considerazione queste esort(azioni). E finisco per comprimere ed osservare con freddezza ciò che fino ad un momento fa mi colpiva, realizzando però che questa non è la via da perseguire...

usare "il proprio il corpo come strumento privilegiato di ricerca"

Cantare la morte. per un’antropologia che spezza i cuori.
academia.edu
By presenting the main disciplinary debates on emotions, this article aims, first, to rethink the limits of the classical anthropological ap

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4 years ago

17.05.2021

La volgarità non risiede soltanto nell’eccesso o nell’esplicito, ma vive anche nelle forme e nei dettagli.

3 years ago

|| 21 dicembre, medicamenti

Se l’esistenza si sostanzia nel regime del relativismo, della peculiarità e della differenza: cosa spinge i soggetti a individuare il pattern comportamentale? Forse è un atteggiamento che si origina per fuggire da eventuali deformazioni e storture di contesto; che insorge a seguito della percezione degli adombramenti, dato che l’esistenza è portata alla dissoluzione degli enigmi; oppure è da ricollegare all'inconsapevole legge regolatrice dei rapporti tra umani, che vuole i benefici superiori ai rischi.

Cosa resterebbe, però, della spontaneità se tutto viene lasciato all’economia, alla tecnica e al calcolo? L’esistenza dovrebbe silenziare la rigida struttura che la governa, per decidere di lasciarsi trasportare dall'inspiegabilitá e dall'insensatezza.

2 years ago

Non lasciare.

Non racchiudere.

Non permettere

a ciò che le circostanze ti mostrarono essere la porcellanza bavosa e meschina di rivelarti il presente e il futuro.


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  • mynameis-gloria
    mynameis-gloria liked this · 2 years ago
  • lanavetro
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    appuntidicampo reblogged this · 2 years ago
appuntidicampo - appunti di campo
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|lo sguardo di un'aspirante antropologa sul mondo|

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